Mi incanta osservare la luce che filtra dalle finestre, nelle serate d'estate.
Fin da piccola trascorrevo innumerevoli istanti a contemplare quel chiarore che traspariva dai tendaggi e si insinuava tra le grate chiuse a metà.
Mi piaceva immaginare i segreti custoditi e covati al caldo di soffici cuscini su cui riposare la sera.
Le mie fantasie inseguivano pensieri, davano la caccia a sogni nascosti nella memoria e a quelli sbiaditi immortalati dalle polaroid.
Osservare le luci calde delle finestre, infilare il naso tra gli odori di una casa, immaginare le parole sussurrate e le frasi lasciate a metà; i dialoghi urlati, le conversazioni interrotte, il lento fluire dei suoni della musica di amanti, i baci attesi e gli amori delusi.
Cueva de Los Verdes (Lanzarote - Spagna)
Questo è il viaggio che fa una storia fino a lasciare la sua impronta su un foglio bianco.
La storia che apparteneva a me più che a quelle figure che intravedevo in penombra dietro le tende di una finestra. Quelle figure divenivano i miei attori, i personaggi di un racconto ribelle che soggiornava nella mia mente e che necessitava di corpi che assumessero concretezza.
Come un burattinaio che anima fantocci di fiabe giocose, mi sentivo un capomastro, che interpreta e legge disegni, dirige i lavori, garantisce una perfetta esecuzione; un pifferaio che estrae dal suo sacco uno strumento e inizia a suonare una melodia.
Si alzi il sipario, si dìa fiato alle trombe, si accordino gli strumenti...signori e signore...è in scena un sogno.
Come entrare in una caverna danzando. Mi piace immaginare che dall'altra parte, all’uscita, si trovi un mondo di favola.
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