lunedì 10 aprile 2023

Donne e letteratura (Attraverso un libro) La bastarda di Istanbul di Elif Şafak II Parte

La bastarda di Istanbul è Asya, diciannovenne, che nasce e cresce all'interno di un gineceo, popolato di mamme, zie, nonne. 

Tale luogo esclusivo, segnato dai confini della loro residenza familiare, e nato per un equivoco di maledizioni perpetrate in più generazioni che ha minacciato il genere maschile familiare, uno dei personaggi, che tra gli altri maggiormente mi ha risuonato, a cui vorrei dedicare una riflessione, è Zehila, la mamma di Asya. 

Zehila è il personaggio a cui la scrittrice dedica l'apertura del romanzo; e lo fa attraverso una viva e sorprendente descrizione del suo tragitto, tra le vie tortuose di una Istanbul colta sotto un temporale improvviso, verso una clinica ginecologica a cui lei accederà con la convinzione di abortire, ma da cui uscirà con il suo bimbo ancora in grembo. 

Personalità sfrontata e insolente, piercing al naso, minigonne dai colori sgargianti, camicette attillate e tacchi a spillo: questa donna travolgente che si tuffa costantemente nella vita quotidiana della sua città divisa tra la tradizione e la modernità, ponte tra la fiabesca armonia delle sue architetture e il fascino sospeso delle sponde del Bosforo, confine perturbabile di tre ceppi religiosi monoteisti affermati nel mondo. Zehila vive il paradosso della convivenza di tali culture, che rimangono, nella loro integrità,  discriminatorie nei confronti della donna.

La modernità di Zehila, che partorisce in assenza di un marito, crea una condizione trasversale che, scevra da condizionamenti culturali e religiosi, mi ha suggerito una riflessione sull'esistenza del femminile come condizione forzatamente soggiogata all'opinione e giudicata, al condizionamento di leggi patriarcali; e che sottolinea come la rigidità di una visione eccessivamente parziale fa sì che il vivere una vicenda insolita diventi - nella sua eccezione - un catalizzatore di conflitto. 

Zehila ascolta la propria natura semplice istintiva  di bellezza e femminilità e attira tutti i dissensi in un luogo, dove è volutamente tropo ben definito il confine tra cultura, religione e politica. 



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