Una mattina calda di luglio a Roma: il sole espande i suoi raggi e io lo sento allargare il suo calore sopra di me. Immagino il mio corpo disteso e l'acqua del mare che bagna i miei piedi, toccando l'orlo della mia gonna lunga.
Fin da piccola sono stata posseduta da una intensa immaginazione e ricordo che le lunghe estati trascorse in città ad aspettare che i mei genitori prendessero le vacanze dal lavoro erano riempite - dopoché i giochi con gli amici erano divenuti quotidiana routine che ormai riempiva in maniera monotona le mie mattine - da lunghi viaggi che io inventav
o in terre sconosciute e lontane, creando sempre nuovi personaggi e una nuova protagonista, che ero io, che viveva vite avventurose.
o in terre sconosciute e lontane, creando sempre nuovi personaggi e una nuova protagonista, che ero io, che viveva vite avventurose.
Questa mia eccentrica attitudine a visualizzare luoghi originali e inediti fu alimentata sicuramente dai racconti di mia madre e di mia nonna, esperte narratrici, che mi nutrivano a pane e storie e che io ascoltavo incantata in quel loro dialogo fatto di narrazioni sospese tra realtà e fantasia. Fino a che quegli stessi personaggi delle loro storie divennero bagaglio conoscitivo fondamentale nella mia infanzia e mi insegnarono a osservare ciò che si dipanava intorno a me con occhi attenti, senza giudizio, cercando di avvicinarmi ai vissuti attraverso la comprensione e il rispetto, sempre avendo ben chiaro come anche la realtà fosse magica e come la magia intervenisse spesso a sciogliere quei nodi che la realtà non si può spiegare. Mia madre e mia nonna furono due semplici eppur grandi maestre, che mi introdussero al mondo imprevedibile delle storie e mi aprirono la porta incantata della libreria di mio padre, che io guardavo con ammirazione e rispetto. Quei libri furono le prime pagine scritte con cui mi confrontai e ancora oggi rimangono testi a cui sono profondamente riconoscente, perché mi diedero la possibilità di apprezzare in quelle pagine tutto quel mondo che mia madre e mia nonna mi avevano raccontato oralmente.
Oggi non so stare senza libri: ne porto uno sempre con me. Mi aiutano a non dimenticare chi sono.
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