mercoledì 13 novembre 2019

L'ArtCounseling...per me

L'opera d'arte è un dono, una lanterna dalla luce tremula che illumina il cammino sdrucciolevole.
Oggi, al termine del percorso del Master in ArtCounseling, ho compreso profondamente quanto l'arte - in ogni sua forma - sia un canale trasformativo, un canale di ricongiungimento profondo con la propria essenza, con lo spirito arcaico che pulsa dentro di noi. 
Mi piace immaginare il Counselor come un artigiano che mette le mani in pasta e un artista, intermediario tra il prodotto artistico e il mondo, colui che instaura un dialogo continuo tra la realtà sensibile e il mondo invisibile, dove convivono ispirazione e ricerca interiore. 
Attraverso la sua capacità di ascoltare il Counselor restituisce al Cliente, al tempo stesso, il vissuto emotivo narrato e il proprio atto volontario di esserci autenticamente con attenzione, sensibilità e intelligenza.

E durante il processo, nei prodotti artistici creati all’interno della relazione, si snoda la terza dimensione, quella legata al non verbale, al gioco tra le persone coinvolte. 
Tale esperienza viene resa possibile da uno spazio protetto e rassicurante, che possa contenere, sostenere e facilitare, senza rinunciare a un'atmosfera giocosa e priva di giudizio. 
Il Counselor è parte integrante di questo luogo: è dentro il gioco, è un supervisore che ascolta e stimola.
La produzione artistica non avviene in completa solitudine: è coinvolta una relazione tra due persone e, nell’ambito di tale alleanza, la propria creazione viene osservata e discussa.

Gli eventi si collegano grazie alle storie. E la vita è fatta di storie. E le astrazioni della vita diventano concrete attraverso le storie. Ciascuno di noi ha delle convinzioni e dei valori che determinano dei comportamenti. E i comportamenti contribuiscono a creare delle storie.

Durante il mio percorso ho compreso come sia fondamentale fare sempre in modo che il nostro interlocutore si accorga che stiamo ascoltando. E ciò avviene immediatamente nel contatto, attraverso soprattutto la postura, il contatto visivo, la gestualità; e se tale contatto avviene nel modo giusto allora diventa alchimia, magia.
Cambiare è mettersi in viaggio.
Alla fine del coraggioso attraversamento, sconfinato e misterioso, si apre l'orizzonte dell'inedito creativo, l’alchimia di mille possibili trasformazioni.





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