sabato 9 gennaio 2021

EDUARDO

La mia storia d'amore con Eduardo De Filippo ha inizio quando avevo solo 4 anni: a casa dei miei nonni, in Via Giulia, guardavamo le sue commedie fatte per la TV sulle reti RAI.

Erano i primi anni Ottanta e la mia passione per l'immenso Eduardo de Filippo dura ancora oggi; passione che non ha mai conosciuto alti e bassi, ma solamente un folle amore per quello che per me è IL TEATRO, un artista che ha saputo dare voce, mediante una raffinata poesia espressa attraverso la musicalità e il ritmo del dialetto napoletano, all'anima non solo della sua città, ma dell'umanità intera. Sentimenti reali, afflati di personaggi comuni: Eduardo ha saputo portare in scena le voci della strada, le voci di una Napoli che è l'universo intero. 

Ero bambina quando cominciai a seguirlo e non ho più smesso. Ho letto le sue opere, le ho viste e riviste anche fatte da altri attori e registi, le ho gustate, le ho assaporate, ci ho abitato dentro, ho vissuto i panni dei personaggi: ho provato gli stessi sentimenti, le medesime emozioni, mi sono sentita dentro e parte di loro. E la musica del suo dialetto mi ha parlato dei miei avi, della mia famiglia, dei dolori che il passato si porta con sé, dei ricorsi storico/generazionali che si compiono in ogni famiglia.

Stasera finalmente la RAI gli dedica un docufilm ed Eduardo ancora ci regala una pagina preziosa del suo infinito mondo di artista. 

Lasciatelo entrate.


E quando la voce di Eduardo si mescolerà alla poliedrica moltitudine di voci che abitano luoghi silenziosi dentro ognuno di noi, fermatevi  a osservare espandersi una luce soffusa che emana calore e che lascia che ogni cosa - nemmeno quelle stesse voci - non sia più uguale: l'arte.

Nessun commento:

Posta un commento