giovedì 12 giugno 2025

L'ora del caffè

Le narrazioni di mia madre - il più delle volte - erano legate al caffè, punto di incontro dove si intrecciavano ricordi e storie quotidiane.

In quei racconti circolavano informazioni sul mondo, si rinnovava la forza della ritualità, riportavano all'ingresso del campo aperto della parola, che trasforma l'invisibile in visibile.

Io ero bambina e la ammiravo guardandola come se fosse una maga che si serve di parole, formule e storie e la accompagnavo sul palco di quel suo teatro, protagonista ai miei occhi  attraverso la sua voce che faceva accadere le cose.  

La moka borbottava sul fuoco e nel momento esatto in cui lei mi chiedeva di spegnere suonava il campanello. Erano Angela e Stefania, le sue amiche. 

Il caffè era pronto per essere servito.

E così aveva inizio il rito del caffè pomeridiano nella cucina di casa nostra, luogo centrale della vita familiare e che, in quel momento, mia madre trasformava nella sua dimora di maga, luogo intimo e segreto, nel quale scorreva il fiume delle voci che camminano danzando e disegnano il mondo. 

E io, spettatrice, ascoltavo. Alcune cose le capivo, altre rimanevano poco sensate per i miei pensieri di bambina, ma quelle narrazioni viaggiavano dentro di me.

Le vite sono fatte di storie, che rimangono vive nel tempo finché le 


raccontiamo e le scriviamo.

La mia scrittura oggi è ponte tra quei ricordi, quelle emozioni e quelle scoperte del femminile legate alle donne che hanno popolato la mia gioventù e quella mia costante ricerca di trovare le parole esatte per raccontare me stessa.

mercoledì 11 giugno 2025

IL CAFFè DEL MATTINO

 L'aroma del caffè caldo raggiunge le mie narici.

Si può tornare indietro in un istante e rimanere in contatto con ricordi antichi, lasciati andare nello spazio vacuo della memoria, per mantenere una connessione con la propria storia personale. 

Ogni mattina mio nonno - in quell'arco temporale iniziato dalla nostra infanzia e terminato nella tarda adolescenza - aveva la consuetudine di preparare il caffè per tutta la famiglia. O meglio, aveva inaugurato una ritualità legata al caffè, una cerimonia semplice che creava connessione e appartenenza.

Ogni giorno, di prima mattina, dopoché il caffè, borbottando nella caffettiera, usciva profumato e bollente, aveva l'abitudine di versarlo in un bricco di vetro, che ne conservava la fragranza e il calore. Dopo lo collocava sul tavolo in cucina a disposizione di tutti, creando, al nostro risveglio, un'atmosfera accogliente di famiglia. 

Il sole filtra attraverso le tende, un'alba tenue ci invita a svegliarci. L'aroma del caffè di mio nonno riempie la cucina e segna l'inizio della narrazione della giornata di tutti noi.

Quel primo caffè della giornata era un rito d'amore creato da mio nonno quale un atto di devozione che rafforzava i legami, esprimendo l'amore e invocando la felicità.

Il profumo della caffè, il suono della moka hanno rappresentato per moltissimi anni il mio risveglio e hanno contribuito a dare forma e senso al mio rapporto con il sacro e con il mondo. I gesti ripetitivi e rassicuranti di mio nonno


mi hanno trasmesso credenze e valori e hanno permesso che le storie delle vite di tutti noi venissero unite  da un atto magico di vita e abbondanza. 

mercoledì 14 maggio 2025

UNA POESIA AL MATTINO - LA CICALA DI FEDERICO GARCIA LORCA


Ho ripreso l'abitudine di aprire la mia giornata leggendo una poesia. 

Mi piace sussurrarne il suono, lento, che ha un potere magico, rivestendo tutto di bellezza.

Conto le stelle misteriose nel cielo e quello scorrere della giornata si fa già più lento, perché si apre la finestra sulla pianura verde di riflessioni che sanno dare al peso della vita quel senso di leggerezza e bellezza che sembrava perduto. 

Ho deciso di cominciare con alcune poesie  di Federico Garcia Lorca, raffinato poeta spagnolo e figura di spicco della generazione del 1927.

Riporto qui i primi due versi di Cicala, che subito mi hanno riportato alla Grecia antica, dove il nome in greco antico della cicala è tettix – τέττιξ – e rammenta, nel suono, il canto che in estate accompagna il percorso del sole. E poi ancora la favola di Esopo, La cicala e la formicain cui la cicala canta tutto l'estate, trascurando di raccogliere cibo, e poi si lamenta di fame in inverno. 

E, inoltre, quel rimandare al mondo della magia e della natura della vecchia fata, creatura benevola, con una corporatura snella e di farfalla, che popola le leggende e le fiabe popolari delle culture del mondo.

E ora, ovunque voi siate, se è sera o pomeriggio o anche prima mattina, immergetevi nel mondo fatato della poesia.

Buona lettura!

Cicala!
        beata te,
        che sopra il letto di terra
        muori ubriaca di luce.
 
        Tu sai delle campagne
        il segreto della vita,
        e il racconto delle vecchia fata
        che nascere sentiva l'erba
        rimane nascosto in te.
 
        Cicala!
        Beata te.
        Che muori sotto il sangue
        di un cuore azzurro.
        La luce Dio che scende,
        e il sole,
        breccia per dove filtra.
 
        Cicala!
        Beata te.
        Se senti nell'agonia
        tutto il peso dell'azzurro.
 
        Tutto il vivo che passa
        dalle porte della morte
        va con la testa bassa
        e un'aria bianca assonnata.
        Con parola di pensiero.
        Senza suoni...
        Tristemente,
        coperto dal silenzio
        ch'e' il mantello della morte.
 
        Ma tu cicala assorta,
        piena di suoni, muori
        e resti trasfigurata
        in suono e luce celeste.
 
        Cicala!
        Beata te.
        T'avvolge nel suo mantello
        lo Spirito Santo stesso
        ch'e' luce.
 
        Cicala!
        stella sonora
        sopra i campi addormentati,
        vecchia amica delle rane
        e dei grilli neri,
        hai sepolcri d'oro
        nei raggi vibranti
        del sole che ti colpisce dolcemente
        nel vigore dell'estate,
        e il sole porta via la tua anima
        per farla luce.
 
        Il mio cuore diventi cicala
        sopra i campi divini.
        Muoia cantando lentamente
        nel cielo azzurro ferito
        e quando sta per spirare
        la donna ch'io so
        lo spara con le sue mani
        nella polvere.
 
        E il mio sangue sopra il campo
        sia limo dolce e rosato
        dove le zappe affondino
        gli stanchi contadini.
 
        Cicala!
        Beata te!
        Se ti feriscono le invisibili spade
        dell'azzurro.
 

venerdì 9 maggio 2025

IL NARRATORE


Quando entro nelle librerie il più delle volte mi dirigo immediatamente verso la sezione dedicata alla narrativa. E lì scorgo vari titoli di diversi autori internazionali posizionati in fila ordinata sugli scaffali, magari anche divisi in ordine alfabetico. 

Ma cosa c'è dietro al sostantivo narrativa? Di cosa tratta la narrativa?

Fin dalle scuole medie, durante le ore di italiano, si leggono brani tratti da romanzi o racconti di scrittori e scrittrici noti, che vengono utilizzati per approfondire il testo, non solo dal punto di vista del contenuto e della sua comprensione, ma anche da quello dell'analisi della struttura di tale testo. E allora qui interviene la narratologia, che è la disciplina che studia la struttura e gli elementi che compongono un testo narrativo, come il tempo, lo spazio, il narratore.

Soffermiamoci dunque sul narratore. 

Sono ancora nella mia libreria preferita, orgogliosa di sfogliare le ultime edizioni o le ristampe di romanzi famosi o anche nuove uscite di scrittori emergenti. Sulla copertina leggo il titolo e leggo il nome di chi lo ha scritto. Prendo, ad esempio, La casa degli spiriti di Isabel Allende, storia di una famiglia del Cile del secolo scorso.

Ma chi racconta la storia? Questo è il caso di un romanzo nel quale la figura del narratore non coincide con quella dell'autore. Sin dalle prime pagine, infatti, mi accorgo che la narrazione è in prima persona e il ruolo del narratore è una figura complessa, che oscilla tra vari personaggi della famiglia. 

Quindi, Isabel Allende è l'autore, ossia la persona reale che ha scritto il romanzo; il narratore, invece, è colui che racconta la storia e queste due figure non sono riconducibili a unità. 

Questa distinzione è importante, perché è necessario - rispetto all'approccio al testo narrativo -  fare chiarezza sul corretto utilizzo dei due termini relativi a due diversi ambiti coinvolti nella narrazione.

Analizzeremo insieme dei testi che ci mostrano differenti tipi di narratore e vedremo come alla base di ogni opera di finzione c'è sempre un patto di fiducia che si stabilisce tra narratore e lettore. 

giovedì 22 agosto 2024

UN LIBRO E IL MARE

L'onda del mare fa una curva e diventa schiuma di vento e sale. 

Ho portato un libro con me in spiaggia e sdraiata sul mio lettino scorro le pagine immersa in me. 

Tuttavia il vento che soffia da ovest spiegazza i fogli e mi costringe a guardare difronte a me. Le onde divengono via via più intense e ripetono costanti il loro ritmo con il quale si immergono ed emergono. Scaglie di conchiglie affondano nella sabbia sotto i miei piedi. 

C'è un libro e c'è il mare. Due universi ermeticamente isolati entro tracce rimaste, nate da una Creazione suprema e divina. 


Immergo i miei piedi nel mare e leggo il suo universo nascosto animato da Sirene, Sibille e animali mostruosi. I miei occhi scorrono le pagine di un libro, dove tutto si rinnova costantemente attraverso la vita di ogni individuo lettore, che lo rende oceano vivo di polimorfe creature. 

mercoledì 14 agosto 2024

RIFLESSIONI DI UNA LETTRICE - UN PERCORSO IN LIBRERIA

Cammino, cammino attraverso le strade della mia città. Giungo in libreria.

L'aria condizionata costringe la mia pelle, accaldata dal sole di Agosto, ad accapponarsi per un brivido.

C'è tranquillità. Mi guardo intorno: il silenzio alleggerisce i visi delle persone calati  tra le pieghe dei libri, che sfogliano rapidamente. 

Un profondo respiro. Annuso l'aria, mi nutro di essa e di quella calma che la pervade.

Sono alla ricerca. Ho bisogno di un libro...forse di una scrittrice, una donna; desidero una storia, quella storia, ossia la narrazione di una vita, di un amore, di una famiglia. 

Guardo gli altri intorno a me. Sono distratta dalla curiosità di entrare nei loro pensieri. Penso: forse ho qualcosa in comune con ognuno di loro...forse hanno un motivo  giusto per essere qui...o forse sono spinti solo dal caldo e dalla necessità di trascorrere qualche minuto in refrigerio...

Ritorno al libro che voglio scegliere. Sono attratta dai colori e dai disegni delle copertine, che  comunicano direttamente e spudoratamente che c'è qualcosa in quelle pagine di accattivante e di interessante. Non mi lascio distrarre: io voglio una storia, una storia di una donna. Attraverso la narrativa, dò uno sguardo ai classici, giungo dinanzi allo scaffale dei romanzi storici...Ancora ripeto il giro...chiudo gli occhi, li apro a caso su un titolo...prendo il libro, leggo la prima parola del primo capitolo...sono giunta alla META! 

Il libro è la carta di parole magiche, un percorso, a volte tortuoso, in cui la meta si può raggiungere sol




o immergendoci nel flusso di infiniti universi possibili, conosciuti, incantati e desiderati.

martedì 18 giugno 2024

FAMIGLIA DI NATALIA GINZBURG

Due storie. Due famiglie. Gli anni Settanta in Italia.

Amori fragili, relazioni solitarie, capricciose e tenaci. 

Natalia Ginzburg, da scrittrice sapiente e raffinata, è riuscita a raccontare - tutto d'un fiato - la vita appannata e talvolta dolceamara di una società che sta scoprendo nuovi valori, un diverso modo di inventare e vivere le relazioni, costruendo nuovi ideali e diversi intrecci esistenziali.

Due racconti di lungo respiro: brevi, essenziali, drammatici. Esistenze raccontate attraverso l'ombra degli oggetti della quotidianità, degli animali domestici e di un controcanto che disegna il profilo drammatico della vita.